T COME TEATRO

Con la rassegna T come Teatro, Progettarte ha portato nei teatri di Modena e provincia grandi personaggi come l’étoile Eleonora Abbagnato, il premio Oscar Nicola Piovani, il premio Oscar Vincenzo Cerami, il premio Oscar Louis Enrique Bacalov, Max Pisu, Enzo Decaro, il soprano Cecilia Gasdia, Claudio Gioé, la Banda Osiris, Sergio Pierattini, Michele La Ginestra, David Riondino, Corrado Augias e tanti altri. 

Un importante campo in cui opera Progettarte è proprio la produzione teatrale, sempre alla ricerca di nuovi linguaggi.
Dal 2022 i nostri progetti sono volati oltralpe debuttando in prestigiosi teatri di Parigi. 

PRODUZIONI

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12 minutes (2023)

scritto e diretto da Francesco Zarzana
con Hèléne Bulliard
spettacolo in lingua francese

Le Olimpiadi di Parigi si avvicinano e Anne-Louise vive questo momento in modo caotico. Una telefonata annuncia che è stata estratta a sorte per portare la fiamma olimpica a Parigi. Ma non ha mai avuto un grande rapporto con lo sport, nonostante abbia provato tante discipline, senza grandi risultati. E mentre si prepara a questa grande opportunità che le si è presentata, si imbatte nella storia di sette giovani nuotatori italiani, 4 ragazzi e 3 ragazze, che si stavano preparando per i Giochi Olimpici di Città del Messico e il loro aereo è precipitato nei cieli di Brema, Germania, per un ritardo di 12 minuti che ha fatto perdere la coincidenza.
Cosa sono 12 minuti nella vita?

 

 

 


 

Charlotte

Charlotte (2022)

scritto e diretto da Francesco Zarzana
con Carmen di Marzo
musiche di Alessandro Panatteri
spettacolo in lingua italiana

Nella sua casa di Caen, cuore pulsante girondino, la giovane Charlotte Corday, appassionata di filosofia e studiosa delle nuove idee illuminate, improvvisamente decide che non c’è più tempo: Jean Paul Marat deve essere ucciso perché l’ami du peuple se ne è invece rivelato il nemico, la personificazione del terrore e della morte. E questo diventa il suo unico pensiero, la sua ossessione fino all’atto omicida che si consumerà il 13 luglio 1793, quando Charlotte riesce a introdursi, con l’espediente di una lettera di supplica, negli appartamenti di Marat che la riceve immerso nella sua vasca da bagno, a causa di una grave malattia della pelle che lo costringeva a bagni terapeutici. Dopo aver scambiato con lui poche parole, la giovane lo colpisce al petto con un coltello. Così Charlotte si macchia di uno degli assassini che hanno fatto storia e che la storia l’hanno cambiata.

Un lungo monologo di una donna che decide per sé, che si sacrifica in nome della libertà del suo popolo. Non chiede complicità, aiuto, sostegno ai suoi compagni girondini, fa tutto da sola, conosce le conseguenze del suo gesto, non c’è nulla che può farle cambiare idea, ha deciso, la sua è una missione, un martirio per il bene della Francia. Il processo a Charlotte Corday, nella sua drammaticità, ha un grande valore simbolico nella Francia di fine settecento, perché è una delle rare volte, forse la prima, durante la Rivoluzione francese in cui una donna prende la parola, dichiarando le sue posizioni con chiarezza e lucidità.


 

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Maguy (2022)

scritto e diretto da Francesco Zarzana
con Charlotte Arnould e Stephanie Cals
musiche di Alessandro Panatteri
spettacolo in lingua francese

Maguy è la vera storia di Marguerite B., una giovane ragazza ingiustamente imprigionata negli anni ’50 nel castello-prigione di Cadillac sur Garonne per essere “rieducata” alla società. Nella prigione degli sconosciuti, alle ragazze perdute come Maguy viene chiesto di rinunciare al loro vero nome per lasciarsi il passato alle spalle e iniziare una nuova vita da zero. Nell’istituto di correzione, totalmente privo di un progetto educativo, la fragilità di Maguy, il suo desiderio di rinascere e la sua paura del futuro si uniscono e si scontrano con la severità e il rigore della regista, Mademoiselle F., che dopo molte difficoltà, imparerà gradualmente ad amare la giovane Maguy, perdonandogli gli eccessi della sua eccentrica personalità. Tra i tanti sogni e il desiderio di riscatto, la triste vicenda di Maguy vive nel contesto di uno dei momenti più bui della storia della Francia, quello del fallimento dell’educazione controllata che dopo il suicidio della ragazza ha portato alla chiusura definitiva degli istituti penitenziari in tutto il paese.

 

 


 

Sisigambi Regina di Persia

Sisigambi Regina di Persia (2017)

scritto e diretto da Francesco Zarzana
con Elena Polic Greco, Lucia Fossi, Elena Aimone, Claudia Zappia
musiche di Mario Incudine

Catturata con la nuora e le due nipoti, Sisigambi è prigioniera di Alessandro Magno nell’avanzata del macedone in Persia. I dubbi, i tormenti, le paure di una donna che viene trattata con regalità e considerata “madre” per l’invasore, mentre intorno infuriano le battaglie.

 

 

 

 

 


 

maguy

Maguy – La prison des inconnues (2015)

di Francesco Zarzana
con Angélique Cavallari e Delphine Dey
musiche originali di Valérie Marie
spettacolo in lingua francese

La storia vera di Marguerite B., una giovane ragazza ingiustamente imprigionata negli anni 50 all’interno del castello prigione di Cadillac sur Garonne, per essere “rieducata” alla società. Nell’istituto di correzione, totalmente privo di un progetto educativo, la fragilità di Maguy, il suo desiderio di rinascita e la paura del futuro si incontrano e si scontrano con la severità e il rigore di Mademoiselle F. Tra i tanti sogni e il desiderio di riscatto, la triste storia di Maguy si svolge nel contesto di uno dei momenti più bui della storia di Francia.

 

 

 

 


 

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Malafemmina. Storie di donne e di violenza (2015)

di Francesco Zarzana
con Caterina Vertova 

Iraq, Marocco, Medio Oriente, Europa. Un linguaggio universale. Quello delle donne. Nel racconto, donne e storie di donne. Un’immagine speculare di ciò che hanno dentro. Raccontarsi. Riviversi. E rovistare dentro se stesse. Al limite tra pubblico e privato, lecito o illecito, malvagità e normalità. Una giornalista uccisa al ritorno dalla spesa nella sua quotidianità, il silenzio del deserto, lo sguardo nascosto di una madre dietro un burqa, la vita spezzata di una donna che ha amato in maniera completa, un barcone volutamente rovesciato nel Mediterraneo che infrange i sogni di chi sperava in un futuro migliore, una donna ebrea scampata ai campi di concentramento che diventa araba per amore, non rivelando a nessuno la sua vera identità. Sensazioni suscitate dai ricordi che si infrangono con una realtà che è mutata.

 

 

 

 


 

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La città di plastica. Nel giardino dei sogni (2012)

di Silvia Resta e Francesco Zarzana
con Claudia Campagnola
regia di Norma Martelli

Tre donne contemporanee. Neda, Hanifa e Rose. Tre voci  dalle cronache dei nostri tempi. Dall’Iran, la voce di Neda Salehi Agha Soltan, la studentessa uccisa a Teheran, durante le proteste divampate dopo le elezioni presidenziali del 2009 e barbaramente represse dal regime.  La sua storia ha emozionato il mondo grazie alla diffusione di un video amatoriale che ne ha documentato la morte.
Dall’Afghanistan, la storia di Hanifa. E lo strazio di migliaia di ragazze che per sfuggire alla schiavitù dei matrimoni combinati, all’ orrore di un marito vecchio e brutto, scelgono di darsi fuoco. Si cospargono di benzina e si bruciano. Alcune muoiono, altre finiscono ustionate a vita. È la loro dannata strada per la libertà.
Dal Kenya, l’ ultima protagonista: si chiama  Rose. Come le rose che lei va a tagliare, nelle serre sul lago Neivasha. Costretta per pochi dollari a respirare polveri tossiche  e concimi killer, dieci ore al giorno sotto i teloni a più di quaranta gradi. Una città di plastica sorta per il profitto delle multinazionali, che produce tumori e fiori. Fiori che finiscono in occidente, comprati e scambiati come simbolo d’amore.

 

Autobiografia di una donna qualunque (2014)
Conciliare stanca (2013)
Il fuoco di Hanifa (2010)
Con buona pace (2008)
La grande volata (2007)